Una storia legata a doppio filo con 3 città: Casablanca, Roma, Milano. E una famiglia, quella di Ettore Tomaselli, che da operaio alla Ducati, si ritrova nel 1950 a emigrare in Marocco. Qui si inventa un lavoro, gestisce il circolo tennis di Casablanca, si sposa e apre prima Il Chianti e poi il Don Camillo: cucina italiana, paste fresche, carni. Tutto come oggi, fatta eccezione per il carrello dei bolliti.
La dolce vita a Roma
Dopo i primi tempi duri, arrivano Moravia e la Morante, Flaiano e Schifano, Festa. Scrittori, attori, registi, un piatto di tortellini sta a 300 lire, menù del ’66, Alfredo sparecchia, pela le patate, pulisce i fagiolini, spazzola gli ovuli. E ancora: Sartre, Guttuso, la Callas, Onassis, Orson Welles, Marlon Brando, Alain Delon… insomma, dolce vita. Il ristorante continua a offrire una cucina solida e tradizionale, un ambiente curato e familiare.
L’apertura a Milano
La voglia di portare Dal Bolognese a Milano è forte, e nel 2005 Alfredo Tomaselli e Angelo Moratti riescono nell’impresa. A pochi passi dal Principe di Savoia, apre Dal Bolognese a Milano: stessa impronta, stessa volontà. Divanetti di pelle rossa, tavoli rotondi e cucina emiliana accolgono una clientela che, anche fosse per una cena, al sushi preferisce le tagliatelle al ragù.
Nel 2013, il trasferimento a Palazzo Recalcati: a due passi dal Duomo di Milano, atmosfera d’altri tempi e una corte interna ad ospitare il Dehors. In pochi anni, Dal Bolognese diventa così un indirizzo sicuro dove trascorrere un pasto caldo, familiare, raffinato.